Dalla Zona Economica Speciale alla lotta allo spopolamento dei borghi, dall’urgenza di un nuovo piano socio-sanitario alla transizione ecologica, fino alla promozione turistica e al rilancio del comparto agroalimentare: Confcooperative Umbria delinea le priorità da affrontare nei prossimi mesi. Le voci del Presidente Carlo Di Somma e del Segretario Lorenzo Mariani offrono una visione a 360 gradi sulle sfide e le opportunità che attendono la cooperazione e l’intero sistema regionale tra l’autunno e l’estate prossima, con un impegno costante a coniugare innovazione, inclusione e sviluppo territoriale.
Carlo Di Somma, partiamo dal recente ingresso dell’Umbria in zona ZES?
L’ingresso dell’Umbria nella Zona Economica Speciale può rappresentare un passaggio strategico per lo sviluppo della nostra regione. La Zes, infatti, non è soltanto un contenitore di agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative, ma uno strumento di politica industriale e territoriale che può generare nuove opportunità per le imprese e per le comunità locali. Per il mondo cooperativo, ciò significa avere la possibilità di consolidare e innovare le proprie attività, di attrarre investimenti in filiere produttive sostenibili e di rafforzare il ruolo delle cooperative di comunità e sociali nei territori più fragili, contribuendo così a contrastare lo spopolamento e a creare nuova occupazione. L’Umbria deve saper cogliere questa occasione come leva per rafforzare il proprio tessuto imprenditoriale, favorire l’internazionalizzazione e la competitività delle imprese, e valorizzare le sue eccellenze agroalimentari, culturali e turistiche. La Zes può diventare un acceleratore di processi di innovazione, digitalizzazione e transizione ecologica, se sarà accompagnata da politiche di sistema e da un forte impegno delle rappresentanze economiche. Come Confcooperative Umbria intendiamo essere parte attiva di questo percorso, per fare in modo che i benefici della Zes si traducano in sviluppo equo, inclusivo e duraturo per l’intera comunità regionale.
Una delle sfide da affrontare da parte della Giunta Regionale è quella dello sviluppo delle aree interne combattendo lo spopolamento dei Borghi. Confcooperative propone la formula dei Servizi di Interesse Economico Generale in breve Sieg: ce ne può parlare Segretario Lorenzo Mariani?
I Sieg sono servizi che l’Europa consente di sostenere economicamente quando il mercato non basta. Per l’Umbria potrebbero essere la svolta: immaginate piccoli negozi o spazi comunitari trasformati in hub multifunzionali, dove oltre a fare la spesa si trovano servizi sociali, assistenza, attività culturali. Così i borghi tornano a vivere. Alla Regione chiediamo di mappare i territori più fragili, scrivere regole chiare e avviare progetti pilota. Noi come Confcooperative siamo pronti a fare la nostra parte: i Sieg possono diventare la chiave per tenere insieme comunità, economia e futuro delle aree interne.
Presidente Di Somma nel comparto socio-sanitario che sta succedendo in Umbria?
Siamo in un momento cruciale per il futuro del comparto socio-sanitario umbro. È urgente – senza ulteriori rinvii – l’approvazione del nuovo Piano socio-sanitario regionale, che deve nascere da un percorso di concertazione e condivisione con tutti i soggetti istituzionali e sociali coinvolti. La salute dei cittadini e la tenuta del nostro sistema di welfare non possono attendere: occorre una visione chiara e strumenti concreti per rispondere ai bisogni reali delle comunità locali. In questo quadro, Confcooperative Umbria crede fortemente nell’innovazione socio-sanitaria, con particolare riferimento all’assistenza domiciliare integrata. È un ambito in cui il protagonismo della cooperazione sociale, unito alla collaborazione con la rete delle farmacie, con i medici di medicina generale e con gli altri attori della filiera socio-sanitaria, può garantire servizi di qualità, diffusi e di prossimità nel rispetto dei vincoli pubblici della sanità regionale. Significa portare le cure e l’assistenza là dove vivono le persone, rafforzando il principio di equità e accessibilità. Un aspetto che voglio ribadire con chiarezza è il rispetto del contratto collettivo di lavoro. Le stazioni appaltanti devono garantire il rispetto pieno e senza condizioni delle regole contrattuali. Non ci possono essere più zone grigie: i lavoratori della cooperazione sociale devono essere tutelati e valorizzati, perché sono la vera forza di un sistema che tiene insieme diritti, qualità e sostenibilità.
Segretario Mariani, lei ha fatto parte la scorsa settimana della delegazione regionale che si è recata in Giappone all’Expo 2025 di Osaka: dopo le prevedibili polemiche quale è il suo pensiero in merito?
La recente partecipazione collettiva della Regione Umbria all’Expo 2025 di Osaka è stata un’esperienza di straordinario valore strategico, economico e culturale. Intendo esprimere un plauso sincero alla Giunta Regionale per aver guidato, per la prima volta, un percorso unitario e condiviso con le Associazioni e il mondo Accademico, frutto di un intenso lavoro di squadra nella preparazione dei contenuti che hanno reso la nostra presenza riconoscibile e di grande successo. L’attenzione suscitata lo testimonia chiaramente: decine di migliaia di visitatori giapponesi si stanno mettendo in fila per ammirare il Gonfalone del Perugino esposto nel Padiglione Italia e che rimarrà fino alla fine dell’Expo, per lasciarsi trascinare dall’energia dei Funk Off, per degustare le eccellenze agroalimentari umbre e per ascoltare le nostre storie nei panel tematici dedicate ai cinque sensi. In definitiva un risultato che dimostra la capacità dell’Umbria di emozionare e attrarre in un contesto internazionale. Essere presenti in Giappone oggi, in un momento storico segnato anche dall’impatto dei dazi statunitensi e altri scossoni geo-politici, ha avuto un significato ancora più importante. Il Giappone, pur lontano, è un Paese ricco e profondamente innamorato del Made in Italy, capace di riconoscere autenticità, qualità e valori. Per l’Umbria si è trattata di un’occasione straordinaria per costruire o consolidare relazioni, aprire nuovi mercati e rafforzare il posizionamento delle nostre imprese e delle nostre cooperative, coniugando tradizione e innovazione, identità locale e apertura internazionale.
Mariani, il comparto agroalimentare umbro che momento sta vivendo?
Il comparto agroalimentare regionale si trova ad affrontare una fase di complessità profonda. Le ultime annate agrarie sono state caratterizzate da temperature estreme, carenza idrica e prezzi di mercato instabili e comunque al ribasso. Tutti fattori che stanno mettendo a dura prova la redditività delle imprese agricole. A queste criticità si somma il brusco inasprimento dei dazi imposto dagli Usa, che già sta penalizzando le nostre esportazioni. In tale scenario, non possiamo limitarci a puntare esclusivamente sui mercati storici: è urgente ampliare lo sguardo verso nuovi mercati, rafforzando la capacità di adattamento delle nostre filiere. È fondamentale investire in innovazione, favorire il ricambio generazionale e promuovere un’agricoltura di elevata qualità, sostenibile e capace di garantire reddito agli agricoltori. Rafforzare la cooperazione tra operatori e filiere è una chiave strategica per aumentare la resilienza e la competitività. Oggi disponiamo di un’occasione decisiva rappresentata dalle molte risorse disponibili del CSR, dobbiamo spenderle con intelligenza e visione, consapevoli che i prossimi bilanci europei potrebbero ridurre queste disponibilità, con priorità sempre maggiori rivolte a politiche di difesa e riarmo. Questa è la nostra ultima possibilità per consolidare un modello agricolo sostenibile, innovativo e competitivo.
Carlo Di Somma, sul fronte della promozione e valorizzazione turistica dell’Umbria come si pone Confcooperative?
La promozione turistica dell’Umbria deve poggiare su un approccio integrato che valorizzi le nostre eccellenze in maniera sinergica. Arte, spiritualità, agroalimentare, natura, grandi eventi: ciascuno di questi elementi rappresenta una leva straordinaria, ma è dall’interconnessione tra essi che può nascere una proposta forte e riconoscibile, capace di posizionare la nostra regione in modo distintivo nel panorama nazionale e internazionale. Per raggiungere questo obiettivo, Confcooperative propone la costituzione di un Tavolo permanente sulla promozione turistica dell’Umbria, con una cabina di regia regionale coordinata da Sviluppumbria, che veda il coinvolgimento di tutti gli enti pubblici, delle istituzioni locali e delle organizzazioni associative impegnate in questo settore. La finalità è duplice: da un lato ottimizzare le risorse esistenti, evitando frammentazioni e sovrapposizioni; dall’altro pianificare strategie comuni, orientate sia al breve periodo — attraverso iniziative mirate e campagne di comunicazione efficaci — sia al medio-lungo termine, per costruire un’immagine unitaria e duratura dell’Umbria. Solo con una governance condivisa e un piano strategico integrato sarà possibile massimizzare i risultati, rafforzare l’attrattività del territorio e generare ricadute concrete per le comunità locali, le imprese e l’intero sistema regionale.
Di Somma e Mariani come state affrontando il tema della transizione ambientale ed ecologica e quali sono i giudizi di Confcooperative sull’operato della Regione?
La transizione ecologica rappresenta una sfida ma soprattutto un’opportunità strategica per la nostra regione. L’Umbria, con il suo patrimonio ambientale e paesaggistico unico, ha tutte le carte in regola per diventare un laboratorio di buone pratiche su sostenibilità energetica, economia circolare e valorizzazione del ciclo dei rifiuti. È però fondamentale che le politiche pubbliche accompagnino questo percorso, garantendo un equilibrio tra innovazione e tutela del territorio. In questo quadro si inserisce con grande successo l’avvio della Comunità Energetica Rinnovabile regionale Green Zone, promossa da Confcooperative insieme a CNA e Confcommercio. È un’esperienza pionieristica che dimostra come la collaborazione tra mondo cooperativo, artigiani e imprese del commercio possa generare modelli concreti di sostenibilità energetica, capaci di portare benefici economici e ambientali diffusi. Vogliamo inoltre esprimere un plauso all’Assessore all’Ambiente Thomas De Luca, che sta svolgendo un ottimo lavoro sul tema delle CER, dimostrando sensibilità, capacità di ascolto e piglio operativo. Al tempo stesso, chiediamo con forza che la Regione destini risorse specifiche a quelle aree urbane che non sono coperte dai contributi del PNRR – penso in particolare a Perugia, Terni e Foligno – affinché anche le imprese e i cittadini di questi territori possano beneficiare delle opportunità legate alle comunità energetiche. Occorre, infine, tenere alta l’attenzione contro il rischio di speculazioni che potrebbero depauperare il nostro territorio e le splendide colline umbre. La transizione ecologica deve essere governata con regole chiare, affinché gli investimenti siano realmente orientati a creare valore condiviso e non a compromettere il nostro paesaggio e le nostre comunità”.
Insomma, l’Umbria si trova oggi davanti a un crocevia decisivo, in cui sfide complesse e opportunità senza precedenti si intrecciano. La voce di Confcooperative Umbria richiama con forza la necessità di politiche condivise, di un impegno collettivo e di una visione unitaria per costruire un futuro sostenibile, inclusivo e competitivo.