Con l’approvazione della Legge Regionale n. 7 del 16 ottobre 2025, l’Umbria compie un passo decisivo verso un modello energetico più sostenibile, equo e partecipato. Ne parliamo con Lorenzo Mariani , Segretario Regionale di Confcooperative Umbria e Amministratore di Power Energia - la più grande cooperativa di utenza energetica nazionale - tra i protagonisti della promozione delle Comunità Energetiche Rinnovabili sul territorio regionale.
Mariani, la nuova legge regionale pone le Cer al centro della strategia energetica. Come la giudica?
«È una legge che parla al futuro dell’Umbria. Finalmente abbiamo un quadro normativo che riconosce le CER non come esperimenti marginali, ma come strumenti strategici per l’autonomia energetica, la giustizia climatica e la coesione sociale. L’articolo 2 è chiarissimo: la Regione privilegia gli impianti destinati all’autoconsumo collettivo, riconoscendo il diritto all’autoproduzione come risposta concreta alla povertà energetica.»
Confcooperative ha avuto un ruolo attivo nella promozione delle Cer. Può raccontarci qualcosa?
«Con grande soddisfazione, posso dire che Confcooperative, insieme a Cna e Confcommercio, ha promosso la nascita della Comunità Energetica Rinnovabile Green Zone. È un progetto ambizioso che mira a coinvolgere imprese, amministrazioni comunali, enti ecclesiastici e cittadini, con l’obiettivo di generare energia pulita e condividerla in modo equo. Green Zone rappresenta un modello sostenibile utile in tutta la regione.»
Quali sono gli aspetti che giudica più innovativi della legge?
«La legge è molto avanzata sotto diversi profili. L’individuazione delle aree idonee e non idonee è dettagliata e tiene conto della tutela paesaggistica, ambientale e culturale. Ma ciò che apprezzo particolarmente è il principio di prevalenza dell’idoneità: se una superficie è funzionale a una Cer, può essere considerata idonea anche in contesti vincolati, purché nel rispetto delle regole. È una flessibilità intelligente, che favorisce la progettualità locale.»
E sul fronte agricolo?
«L’apertura agli impianti agrivoltaici avanzati è un segnale importante. La legge consente deroghe per le aziende agricole che operano in biologico e utilizzano varietà autoctone. È una sintesi perfetta tra innovazione tecnologica e valorizzazione delle tradizioni rurali umbre. Come Power Energia , siamo pronti a supportare queste realtà con soluzioni tecniche e finanziarie su misura.»
A proposito di supporto finanziario, quali strumenti sono disponibili?
«Il ruolo delle Banche di Credito Cooperativo può essere strategico: sono radicate nei territori rurali e capaci di accompagnare le imprese e le comunità con strumenti di credito dedicati unitamente al Fondo per la promozione della cooperazione di Confcooperative – Fondosviluppo che rappresenta un volano fondamentale per sostenere la nascita e il consolidamento delle Cer in forma cooperativa, con interventi mirati e una visione di lungo periodo.»
C’è qualche criticità che merita attenzione?
«Sì, ed è giusto dirlo con chiarezza. Le imprese che vogliono investire in impianti da fonti rinnovabili si stanno scontrando con tempi di reazione troppo lunghi da parte di alcune Amministrazioni Comunali e di Enel Distribuzione. Le istanze restano inevase per mesi in un momento fondamentale dove sono in ballo preziosi contributi al 40% del Pnrr. Lo stato di saturazione delle cabine primarie e secondarie inoltre rischia di vanificare gli sforzi di pianificazione. Per questo apprezziamo che sia stato insediato nei giorni scorsi dall'Assessore Thomas De Luca il Tavolo Tecnico regionale che coinvolge operatori, enti locali e distributori: è uno strumento indispensabile per affrontare le problematiche problema con urgenza e concretezza.»
Un plauso alla Giunta Regionale e all'Assessore De Luca?
«Assolutamente sì. L’Assessore De Luca ha ispirato e guidato questo percorso con competenza, visione e capacità di ascolto. Ha saputo coniugare le esigenze di tutela del paesaggio con quelle di sviluppo energetico, coinvolgendo attori diversi e costruendo una legge che parla davvero al territorio.»
In conclusione, cosa rappresenta questa legge per l’Umbria?
«È una chiamata alla responsabilità collettiva. La Regione ha tracciato una rotta chiara: ora tocca a noi, come cooperative, imprese e cittadini, renderla concreta. Le Cer sono il cuore pulsante di una transizione che non vuole lasciare indietro nessuno. E l’Umbria, con la sua identità forte e il suo tessuto sociale coeso, ha tutte le carte in regola per diventare un laboratorio nazionale di energia condivisa.»
Per info sulla CER GREEN ZONE e sugli incentivi del PNRR per le rinnovabili contattare:
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